Badessa Lucia da Settefonti
La storia della beata Lucia da Settefonti si mescola con la leggendaria storia d’amore che la vide corteggiata dal nobile bolognese, Rolando, che continuò ad amarla anche quando lei si fece monaca. Il giovane si recava a cavallo tra i calanchi, oggi “dell’Abbadessa”, per vedere l’amata che alla messa si affacciava a una finestra. La suora notò l’interesse del cavaliere e, da allora, evitò di mostrarsi. Il nobile colto da sconforto partì per la Terrasanta dove fu ferito e fatto prigioniero.
Alla morte della monaca il giovane l’ebbe in visione e si ritrovò libero a Settefonti accanto alla tomba di quella che era già chiamata Beata Lucia. Qui gli furono tolti i ceppi che lo imprigionavano, ora custoditi nella vicina chiesa di Sant’Andrea assieme alle reliquie della monaca (reliqui oggi conservate presso il complesso di Santa Cristina della Fondazza a Bologna), poi del nobile bolognese non si seppe più nulla. Storia leggenda che appassionarono l’ozzanese Adriano Vason, di origini venete, che fece ricerche in archivi pubblici, privati ed ecclesiastici per far luce sulla religiosa dividendo la storia dalla leggenda. Dalle ricerche ne nacque un testo teatrale e, da questo, l’idea della tradizionale “Sagra della Badessa” che si svolge in maggio, richiamando migliaia di persone con armigeri, balestrieri, arcieri, musici e figuranti in costume.